Sbic: no ai piani complessi

SULMONA – “Parlare di Piani Complessi in assenza di una visione generale della città è totalmente privo di senso, per tale scopo abbiamo ribadito la nostra netta contrarietà nella capigruppo. Nello sfacelo generale, l’amministrazione comunale dovrebbe avere la premura di occuparsi delle mille questioni aperte: gli edifici scolastici, le loro mense, l’agibilità degli impianti sportivi e poi le incognite sul futuro dell’ospedale, della bretella ferroviaria, di Casa Italia, dello sfacelo della macchina amministrativa e del centro storico in abbandono”.

Così Sbic commenta la volontà del sindaco di rimettere mano ai piani complessi.

Per l’ennesima volta si dimostra l’incapacità di questa amministrazione di dialogare con la minoranza se vengono ritirati fuori dal cassetto piani vecchi di anni, progetti e proposte che, se accolti, potrebbero calarsi sulla città come elementi estranei a reali necessità collettive e in un contesto dove manca da anni un minimo di programmazione  urbana – aggiungono da Sbic – Senza coinvolgere le parti in causa, senza capire in che direzione è andata la città in questi anni né avere la premura e la pazienza di provare a farlo. Per i programmi complessi non basta spiegarne la necessità solo come occupazione di aree in cui è decaduto il vincolo. E necessario invece a nostro parere, che il ruolo pubblico che un’amministrazione rappresenta si ponga come  parte attiva nel processo di contrattazione che è posto alla base di tali strumenti. E non solo in termini quantitativi. Se l’amministrazione vuole uscire dall’ottusità nella quale si è relegata si concentri sulla questione della prevenzione e della bellezza del patrimonio architettonico che dobbiamo valorizzare e mantenere vivo”.

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